Lingua sarda


Nel sistema delle lingue romanze, il sardo occupa un posto a sé, che per sua speciale fisionomia ed individualità, risulta il più caratteristico degli idiomi latini; infatti, mentre le altre lingue neolatine andavano nei secoli elaborandosi, la Sardegna, e quindi il Sardo, nel suo isolamento, conserva le peculiarità originarie di questo linguaggio.
Col termine Sardo si intendono le varietà dialettali della Sardegna con esclusione di Alghero, isola linguistica catalana, e di Carloforte e Calasetta, isole linguistiche genovesi. Il Sardo si suddivide in cinque principali varietà:
* Nuorese, parlato nel centro dell'isola e nel Goceano con centro a Nuoro;
* Gallurese, parlato nella parte Nord-Orientale della Sardegna;
* Sassarese, nella città di Sassari e adiacenze;
* Logudorese, parlato nel centro-Nord della Sardegna;
* Campidanese, nel Sud dell'isola.




Mentre il Nuorese e il Logudorese sono le lingue che meno di ogni altra hanno subito le influenze continentali, il Campidanese, pur conservando i tratti caratteristici del Sardo, si avvicina di più ai dialetti italiani di tipo centro-meridionale.
Anche il Gallurese ed il Sassarese hanno subito un'influenza continentale; sono infatti di tipo toscano, ma sviluppatisi in un sostrato simile a quello Sardo. Le testimonianze in lingua Sarda sono varie ed interessanti sia a livello storico che linguistico. Tra le più antiche abbiamo le Carte Campidanesi dell'XI secolo; la Carta de Logu, raccolta di leggi in lingua Logudorese del XIV secolo e i Condaghi che rappresentano quei registri che raccolgono quegli atti che attestano un negozio giuridico. La lingua Sarda trova il suo splendore tra il XVIII e XIX secolo, soprattutto per gli studi di Giovanni Spano che compose il vocabolario Sardo-Italiano e Italiano-Sardo.