Alla scoperta del Tesoro
In attesa di un Progetto che crei reali e concreti presupposti per valorizzare a fini culturali, turistici e commerciali il vastissimo patrimonio di monumenti e reperti del periodo nuragico, nel nostro piccolo, mediante la rubrica "da Nuraghe a Nuraghe"che trovate nel menù di destra, cercheremo di far conoscere, a quanti ci seguono, la ricchezza, grandiosità e vastità di questo Tesoro. L'archeologia Sarda è oggetto di studio da tanti decenni da parte di esperti stranieri, italiani e, logicamente, da parte di studiosi Sardi, ma sembra avere le caratteristiche di un mondo (quasi) fine a sé stesso, destinato solo agli addetti ai lavori e poco più. In fondo, solo Barumini e pochi altri hanno realizzato una sorta di macchina economica che, diffondendo e comunicando storia e cultura, riesce a convogliare sul proprio territorio un discreto numero di visitatori portando benefici al paese e coinvolgendo, almeno parzialmente, anche il territorio circostante. Sono riscontrabili numerosi altri tentativi nell'Isola, ma hanno le caratteristiche di iniziative di piccolo cabotaggio e, comunque, tutte slegate tra loro. A nostro modo di vedere, e per quel che conosciamo dei target attrattivi delle masse di viaggiatori, è indispensabile che a tutte le latitudini sia percepibile, e solleciti interesse, l'esistenza di un prodotto unico, misteriosamente arcaico e tutto da scoprire, come la civiltà nuragica e la terra nella quale si sviluppò per millenni, la Sardegna. Attraverseremo tutte le regioni della nostra Isola, perché ognuna di esse conserva testimonianze della antica civiltà. La Sardegna è il più grande museo a cielo aperto del mondo, e le sue regioni sono, ognuna, una vastissima sala di questo museo dove i visitatori possono ammirare i millenari reperti circondati da affreschi e sculture confezionate da madre natura. |