Non è il momento delle polemiche.


Sono settimane che sentiamo continuamente questo invito. Ce lo ripetono continuamente coloro che sono al governo del paese e coloro che li sostengono. Il perché è evidente. Praticamente tutti gli italiani sono stanchi di una condotta ondivaga e incerta da parte di coloro che dovrebbero essere fonte di certezze e di sicurezza in momenti così tragici.
Invece, assistiamo a conferenze stampa che dicono un bel niente, numeri che vanno e vengono, esperti, tuttologi, opinionisti, conduttori di talk show, tutti devono dire la loro. Sembrano solo occasioni di proporsi alla ribalta, mettendo quanto più possibile in risalto il proprio ego.
Proprio il Presidente del Consiglio, ha sempre una telecamera appresso che lo riprende seduto alla scrivania o mentre, con passo svelto, percorre i corridoi e le scalinate deserte di Palazzo Chigi, l'aria pensosa. Quei pensieri che tanto spaventano gli italiani.
Purtroppo per Giuseppe Conte e la sua compagine, tra Decreti che sembrano bicchieri d'acqua versati nel deserto africano, tra improvvide dichiarazioni e, più o meno, immediate smentite che peggiorano la situazione, l'unico risultato raggiunto è quello di disorientare e fare innervosire gli italiani, che anelano ben altro. Il fatto è che l'epidemia di corona virus fa paura, e gli italiani chiedono il massimo delle tutele e delle garanzie a coloro che a questo sono preposti. Nessuno ha obbligato Giuseppe Conte ad accettare il mandato offertogli da Mattarella.
A proposito. Grande mossa, non la ringrazieremo mai abbastanza Presidente! Ma considerato che non sempre i bei sogni s'avverano, fatto un piccolo esame di coscienza e constatata la propria inesperienza, Conte avrebbe fatto un figurone facendosi da parte, portandosi appresso la sua altrettanto inadeguata compagine ministeriale. Oppure, se fosse stato un politico intelligente, avrebbe dovuto imboccare da subito la strada del governo di emergenza, coinvolgendo tutte le forze politiche.
Un risultato positivo non era di certo garantito perché, sia chiaro, sia a destra che a sinistra il materiale è quello che è.
Ma chissà che, lavorando tutti insieme e coinvolgendo il Parlamento in decisioni le più plebiscitarie possibili, si sarebbero raggiunti risultati ben diversi da quelli che sono attualmente criticati e contestati da nord a sud del Paese. E quello di criticare e contestare questa situazione è un diritto sacrosanto di noi tutti che non abbiamo portato il cervello all’ammasso e che ci aspettavamo ben altri interventi da chi è pagato per tutelare la nostra salute e per garantirci una vita dignitosa.
Altroché se è il momento delle polemiche! Pensando, poi, a quello che potranno combinare dopo questi momenti, il futuro fa ancora più paura.